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  • Immagine del redattoreAlessandra Bello

Forcella del Laghet, ovvero terzo tentativo all’Uomo

Aggiornamento: 25 nov 2021



Periodo incredibilmente denso.. siamo davvero rapiti dal lavoro.

Da maggio fino all’autunno è il periodo d’oro per un fotografo e per una aspirante guida… ma fra un impegno e l’altro, un treno e l’altro, un aereo e l’altro e centinaia di km percorsi il nostro pensiero corre sempre là...

E quindi come non tentare la salita il primo sabato libero!


La sera prima decidiamo l’itinerario: ok, partiamo dal Fuciade dritti alla forcella del Laghet e poi su.. fino in vetta verso quelle postazioni che ancora ci chiamano.

Il mattino dopo ci prepariamo e partiamo emozionati verso la nostra meta.

Finalmente di nuovo qui, la giornata sembra perfetta: fresca, soleggiata con qualche nube qui e là.. Partiamo con animo determinato.


Il sentiero è dolce e senza fatica poi superato il rifugio ci dirigiamo verso la gola che ci porterà alla forcella e ci sembra di fare un salto nel tempo quasi improvviso. Tutto cambia, i prati lasciano spazio alle rocce ed ai canaloni e il sole lascia spazio alle nubi.

La luce da calda e sorniona diventa fredda e pungente; noi continuiamo a salire e il canalone si raddrizza sempre di più rendendo il nostro respiro sempre più marcato.

Il tempo sta cambiando ma noi non vogliamo mollare: speriamo che presto il cielo torni a sorriderci.

Il paesaggio intorno a noi è incredibile: spaventoso e meraviglioso allo stesso tempo e la sua finta immobilità ci illude e ci invoglia.

Continuiamo a salire determinati cercando di aumentare il passo il più possibile: stiamo quasi correndo. Siamo alla Forcella del Laghet ora davvero poco ci separa dall’uomo. Lo vediamo: è là. Con i suoi segreti che ancora ci chiamano per essere visti.


Iniziamo ad arrampicare verso la nostra vetta ma il cielo decide di non tenere più la sua furia e nel mentre di un delicato passaggio su roccia decide di scaricare acqua e grandine: noi sappiamo cosa dobbiamo fare.

Scendere. Il più velocemente possibile.

La nostra vetta sfuma ancora una volta. Non è possibile.


Ma non c’è tempo per pensare ora. Il passaggio è delicato e la situazione richiede tutta la nostra attenzione. Decidiamo di calarci e di arrivare il più veloce possibile al canalone della via normale sul versante San Pellegrino.

Probabilmente il cielo ci vede e si placa giusto quei minuti per permetterci di superare tutti i passaggi delicati. Grazie Uomo. Grazie davvero che ci hai dato la finestra per arrivare in luogo sicuro.


A poche decine di metri dal canalone, ancora scendendo per qualche roccetta, inizia a piovere e grandinare e non si placherà fino a quando non saremo alla macchina.

Ad un certo punto sentiamo sassi che rotolano e ci voltiamo verso l’Uomo, la cui cima ormai è invisibile rapita dalle nuvole. Ci guardiamo: ‘forse c’è ancora qualcuno che come noi è stato colto dalla pioggia’. Cerchiamo con lo sguardo in mezzo alle rocce un segno di vita, di colore, per accertarci che sia tutto ok, ma niente: non vediamo niente.

I sassi continuano a comunicarci che c’è qualcuno e sta scendendo certamente dall’Uomo. Ed ora piove. Piove bene.

Un movimento, qualcosa che si muove laggiù! Ma sono due stambecchi! Che come noi si abbassano velocemente! Ci mettiamo a ridere e capiamo che al cospetto di queste forze siamo tutti uguali. Tutti reagiamo con la stessa dose di istinto e razionalità. Li salutiamo con un sorriso e continuiamo la nostra discesa, questa volta correndo sul ghiaione.



Il rientro è lungo ma la pioggia e il paesaggio ci cullano nei nostri pensieri. Tutto prende un sapore diverso ora, fuori dal pericolo. Siamo dispiaciuti per l’ennesimo tentativo ma in fondo siamo appagati lo stesso.

Abbiamo visto paesaggi naturali, emotivi, interiori che solo l’Uomo poteva donarci. Credo che quando arriveremo in cima avremo un lungo dialogo, intimo, con lui. Tante avventure ci legano a lui ormai.

Di nuovo Uomo ti salutiamo senza averti raggiunto, ma proviamo sempre più amore e rispetto per le tue rocce.

Ci rivedremo presto. Ormai è una certezza.



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Buon viaggio! e al prossimo articolo!

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