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  • Immagine del redattoreAlessandra Bello

Nuvolau – Ra Gusela – Via Dallago



Dopo l’impegnativa via al Pordoi avevamo bisogno di tornare un po’ sui nostri grigi per una arrampicata piacevole. E allora.. nessun dubbio! Il posto giusto è la RaGusela del gruppo del Nuvolau!

Decidiamo di scalare la Via Dallago, una classica appassionante su roccia bellissima il cui culmine sarà proprio il panorama mozzafiato che si gode dalla sua vetta. Una vista incredibile sulla Grande Guerra meglio conosciuta: parliamo ovviamente delle note Tofane, Lagazuoi, Cinque Torri. Una vista senza pari ai due fronti in lotta.


Partiamo dal Giau e ci dirigiamo con passo spedito all’attacco. È domenica. Una domenica con lo strano meteo di questa strana estate. C’è abbastanza gente ma non quanta ce ne saremmo aspettata; in ogni caso dove andiamo noi non troviamo nessuno.

Iniziamo a salire lo zoccolo con tutto il materiale sulla schiena e ci allontaniamo da alcuni gruppetti incuriositi. Troviamo facilmente l’attacco e ci leghiamo: finalmente si parte.

La via è davvero appagante e oggi siamo in forma, non ci sono ore di sonno mancanti a rallentarci. Alle soste ci guardiamo intorno: dietro di noi la regina ci osserva sempre e alla nostra sinistra il Col di Lana ci parla di suoni ritmati e silenzi stridenti e ci prepara al panorama che in cima ci racconterà di tuoni, valanghe, pietre, neve, trincee, rifugi, fango e sangue.

Mentre scalo una farfalla si innamora di qualche colore che porto addosso e mi accompagna nel passaggio chiave della via. La leggerezza del suo volo alleggerisce e diluisce i ricordi collettivi di questa nostra Storia. Tutto sfoca tranne lei, la roccia. Così solida e sicura nel momento presente, così fragile nel tempo geologico.

Arriviamo in cima e tutto si colora di bellezza.



La luce variabile dei raggi che filtrano le nuvole colora il paesaggio in ogni istante e lo rende vivo e pulsante; Averau, Sass de Stria, Lagazuoi, Col de Bos, Tofane, Cinque Torri, Croda da Lago ognuno parla una lingua e un dialetto diverso ma come una stele di Rosetta raccontano la medesima Storia.

E in fondo in fondo, la Croda Rossa spicca con il suo rosso fuoco a ricordarci che il fronte era lungo. Davvero lungo. Il nostro cuore è appagato, i pensieri sono scivolati sulla roccia e la nostra testa è calma.

Ci guardiamo negli occhi e sì.. tutti e due pensiamo la stessa cosa.. arriveremo anche là a vedere cosa è rimasto. In quell’istante di silenziosa intesa un raggio fa brillare le Cinque Torri che si ergono fragili e orgogliose di fronte alla sorelle più grandi.

Sorridiamo.


Mangiamo qualcosa velocemente e iniziamo a scendere di nuovo verso il Giau. Mano a mano ci avviciniamo di nuovo al presente e alla folla che anche oggi ha riempito i sentieri bassi del museo all’aperto delle Cinque Torri.

Ormai siamo mimetizzati in mezzo a loro ma stiamo già pensando alla prossima salita. Son troppi giorni che ci osserva e silenziosamente ci chiama. E noi non ci proviamo nemmeno a resistere al suo richiamo.




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Se volete i dettagli tecnici della salita qui trovate la relazione. Buon viaggio! e al prossimo articolo!

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