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CARCITIES

Carcities è la trasposizione dell’indagine, tutta veneziana, di Sight’s Blue Sense nelle città moderne che ho attraversato. Il perchè di questo titolo è semplice: tenendo Venezia come fulcro da cui è nato il ragionamento, ora semplicemente ho iniziato a muovermi nel “regno delle automobili”. Il paesaggio attorno a me si è plasmato e ha cambiato la sua forme e le sue infrastrutture grazie a questa macchina da cui molto dipende.

L’identità di un uomo che vive la città, nel tempo accelerato di oggi, si trova sempre in bilico fra il reale e il virtuale; è sempre in perenne mutamento e sempre da riconfermare.

Nella società che vivo tutto si smembra e accelera, tutto si piega alla frammentazione e alla velocità in una sorta di post-futurismo dove alla fine tutto diventa liquido e non esistono più priorità.

Come in una sorta di collage le immagini vengono create giocando con la realtà concreta e quella immaginaria-riflessa; questa libertà di composizione crea nuove connessioni e sempre nuove identità.

La fotografia diventa una nuova unione di immagini frammentate, di immagini che hanno diverse origini, idealmente non conciliabili, ma che si trovano all’interno della stessa immagine: sullo stesso piano di attenzione.

La fotografia mostra la nuova realtà, ibrida fra autentico e virtuale, e crea un senso di straniamento dove diventa difficile capire cosa è veramente tangibile e cosa è riflesso perché tutto è documentato e portato sullo stesso piano.

La vaghezza di questo incontro rende la lettura di quest’immagine aperta a sempre più possibilità di lettura e la consapevolezza di chi osserva si trova così sospesa; La tensione tra il reale e il riflesso carica l’immagine di un carattere ipnotico e noi restiamo fermi alla ricerca della vera realtà, per un attimo, forse fuori dal tempo.

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