SACRARI GRANDE GUERRA
Questo progetto vuole essere un’analisi iconografica sull’architettura, sulla storia e la creazione, dei Grandi Sacrari che commemorano i caduti della Prima Guerra Mondiale che vengono progettati e realizzati da subito dopo la fine della Grande Guerra fino alle porte della Seconda Guerra Mondiale.
L’ideazione di questi luoghi della memoria inizialmente nasce dalla volontà dei vivi di commemorare i Caduti, ma ben presto il regime in ascesa ‘pretende’ e sfrutta la Grande Guerra per la creazione del Mito della Vittoria e d’Italia, rubando così il concetto di Patria e di Italia che andava ancora formandosi dopo le guerre risorgimentali.
I grandi sacrari/ossari prendono forma negli anni ’30 secondo linee generali ben precise imposte dal regime che culmineranno con il Sacrario di Redipuglia.
Una storia anche estetica, quindi, che si percorre attraverso i sacrari in un climax sempre crescente di sublimazione della Morte nella Vittoria.
Il mio, vuole essere un tentativo, per nulla esaustivo, di analisi dei Sacrari presenti nel panorama italiano; ci si auspica che grazie a questo lavoro si attivi una sensibilità ed una nuova curiosità volte a salvaguardare questi luoghi per il loro valore non solo storico, ma anche umano.
Quello che dovremmo fare oggi, dopo quasi un secolo dalla Grande Guerra, è quello di non confrontarci con la retorica fascista ma di ascoltare, capire, comprendere queste storie di uomini partiti e mai tornati.
Questi concetti non sono sicuramente sconosciuti alla storiografia contemporanea, ormai le librerie presentano decine di libri sugli aspetti umani e per così dire quotidiani della Grande Guerra.
Lasciare alla rovina questi luoghi non è uno sfregio nei confronti di un regime che oggi cerchiamo di nascondere e allontanare da noi, ma un segno di totale indifferenza per le singole persone che prima di essere soldati erano uomini.
Sono convinta del fatto insindacabile che nell’architettura si ‘legga la storia’ che l’ha voluta, creata.
E in questa storia ci sono anche sentimenti che definirei intestini, sentimenti reali, umani. Sentimenti lontani dal regime e dalla sua retorica.
Storie di dolore, di rabbia di chi la guerra non la voleva, di accettazione, di amore sincero verso la propria terra che affonda le proprie origini nel Risorgimento italiano.
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